WALKABOUT #04

Cutting in

Tufano Studio, Milano

Novembre 2019

Da un pensiero di Ermanno Cristini e Luca Scarabelli

 

Claudio Corfone, Ermanno Cristini, Carlo Dell’Acqua, Andrea Nacciarriti, Luca Pancrazzi, Mariateresa Sartori, Luca Scarabelli, Marcel Zischg 

Cutting in: il taglio non sempre conclude un’azione, in qualche caso ne costituisce un’interruzione dotata di una sorta di potere rigenerativo, come accade nella talea per esempio. In questi casi l’interruzione è un’interferenza, o meglio un intervallo, al pari, se si vuole, di un battito di ciglia, che nel momento in cui interrompe un vedere ne avvia uno nuovo. In quanto sussulto dell’azione, da questo punto di vista il cutting in può essere il luogo, piccolo piccolo, in cui si libera quella potenza di non con la quale si misura per statuto il fare artistico, e un momento nello scorrere del tempo in cui l’approccio dello sguardo impone un prestare attenzione a ciò che si ha lì davanti, per sentirlo oltre che vederlo davvero.

È in quest’ottica che è stata affrontata questa tappa del progetto Walkabout, in un ambiente tagliato a metà, come fosse attraversato da una quinta, struttura formale vista come evento. Nel sussulto della sua discontinuità prendono corpo i lavori degli artisti invitati che vanno ad attivare il pieno di un vuoto e l’intervallo in cui non c’è niente


WALKABOUT #03

Passo mobile

Kunsthalle West, Lana (BZ) 

maggio - giugno 2019

Da un pensiero di Ermanno Cristini e Luca Scarabelli

 

Antonio Catelani, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Gianluca Codeghini, Pierluigi Fresia, Giancarlo Norese, Luca Scarabelli, Roberta Segata, Marcel Zischg

Marcel Zitsch: testimone, poesia, traduzione italiana Mauro Sperandio

Übergang

 

 Ich sehe den Menschen auf mich zukommen.

Sehe, wie er aussieht und gekleidet ist.

Sehe sein freundliches Lächeln.

Blicke auf den sonnenbeschienenen Berg hinter ihm.

 

In der Dämmerung denke ich an den Menschen, dem ich am Tag begegnet bin.

Als meine Augen zufallen, da wird er zu einem Schatten.

Ich sehe seinen Schatten auf mich zukommen.

Nun sehe ich nicht mehr, wie er gekleidet ist – vielleicht ist er nackt.

 

Ich vergesse, wer er gewesen ist.

Sicher war er jemand, dem zu begegnen ich mir schon lange wünsche.

Ich blicke auf den Berg hinter ihm – ein riesiger schwarzer Schatten.

Der Schattenberg setzt sich in Bewegung und lächelt.

 

Ich grüße den Berg und strecke meine Hand aus.

Er streckt seine riesengroße schwarze Hand aus.

Wir berühren einander – warm und wohlig.

Er führt mich an der Hand hinfort.

 

Als er mich loslässt, verschwinden die schwarzen Schatten vor dem dunkelblauen Himmel.

Ich begegne dem Menschen, dem zu begegnen mir schon lange wünsche.

Er ist tatsächlich nackt.

Und er ist kein Schatten mehr.    

Transizione 

 

Io guardo l’uomo che a me s’avvicina.

Guardo il suo aspetto e i suoi abiti.

Guardo il suo sorriso amichevole.

Scorgo la montagna illuminata dal sole stagliarsi alle sue spalle.

 

Al tramonto, penso all’uomo che ho incontrato durante il giorno.

Al chiudersi dei miei occhi, egli diventa un'ombra.

Ed io guardo la sua ombra farmisi incontro.

Non riesco più a vedere come è vestito, forse è nudo.

 

Ho dimenticato chi fosse.

Sicuramente era qualcuno che desideravo incontrare da lungo tempo.

Scorgo la montagna dietro di lui: un'enorme ombra nera.

La montagna d'ombra inizia a muoversi e sorride.

  

Saluto la montagna e allungo la mano.

Lei allunga la sua enorme mano nera verso di me.

Il nostro sfiorarci è caldo e piacevole.

Per mano, lei mi conduce con sé.

 

Nel momento in cui mi lascia, le ombre nere scompaiono nello scuro blu del cielo.

Incontro l’uomo che desideravo incontrare.

È davvero nudo

e non è più un'ombra.


Passo mobile è il terzo episodio della serie di mostre del progetto Walkabout. Passo mobile è l’attraversamento di un confine, lo spazio di tempo che articola la nostra giornata scandendola entro il rincorrersi ritmico del giorno e della notte. Si tratta di un luogo incerto fatto degli istanti impalpabili in cui il tempo ricompone il proprio flusso tramite l’attraversamento continuo del bordo sfrangiato dove ciò che è già stato si sovrappone a ciò che è e che sarà. Un territorio di frontiera, una sorta di terzo tempo, che si oppone al tempo dell’ebbrezza rincorso dall’accelerazione contemporanea.

 

Passo mobile, collocandosi in un istante dilatato è una mostra che si trasforma ricalcando una soglia, quella in cui la luce diventa buio. Nel cambiamento temporale le opere affiorano e spariscono mutando di fisionomia e orientando la fruizione ad un’attesa meravigliata, alimentata dalle sfumature e dalla forza di ciò che per essere visto chiede di essere visto due volte.


WALKABOUT #02 / A PLACE TO BE

Accesso Obliquo

LATO, Prato

marzo - aprile 2019

Da un pensiero di Ermanno Cristini, Matteo Innocenti, Luca Scarabelli

 

Aurelio Andrighetto, Simona Barbera, Tiziano Campi, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Hannes Egger, Ronny Faber Dahl, Pierluigi Fresia, Armida Gandini, Giancarlo Norese, Luca Scarabelli, Olivia Vighi

Pierluigi Fresia: testimone

Accesso Obliquo nasce dall’incontro di due progetti, Walkabout e A Place to Be con un luogo, LATO,  a Prato. Il collante è lo spazio, non quale contenitore ma in termini di identità;  un tema questo che costituisce l’elemento portante del progetto A Place to Be e che in questa seconda tappa di  Walkabout viene affrontato rincorrendo un’aporia, quella dell’esitare.

Date le caratteristiche fisiche dello spazio di LATO, qualificato dai volumi netti e dai tagli decisi dell’architettura, l’esitare appare come una sorta di contrappunto potenzialmente eleggibile a chiave di lettura del luogo. Una dimensione sospesa, fatta di discrezione, che corrisponde ad un guardare trattenuto in cui trovare la “verità” dello spazio.

Gli artisti partecipanti sono invitati a gesti minimi, per camminare in equilibrio nell’ambiguità di una “soglia in cui ci si trattiene”, fuoco di uno spazio della possibilità fatto di azione e resistenza.

Un “non esercizio” che non può non far pensare per esempio, trattandosi di spazio, a una soglia ormai eletta a metafora epistemologica, la porta di Rue Larrey. Qui il riferimento “dentro/fuori” è inversamente incrociato in una condizione di metastabilità, tale per cui ognuna delle due azioni –aprire/chiudere-, contestuali e simultanee, costituiscono reciprocamente l’affermazione e la resistenza all’altra.

“Eventi incompossibili” li definisce Vogl, o punti opachi del pensiero. Ritardi che si aprono al dubbio  e entro il dubbio cercano la forma di un possibile “spiazzamento” significante.

A Place to Be è un progetto espositivo e di ricerca in riferimento agli spazi d’arte intesi come luogo, ovvero dimensione umana capace di raccontare storie, esprimere una sensibilità, condividere visioni.

Nel corso del 2016 lo spazio di esordio del progetto è stato LATO (Prato) studio architettonico di Luca Gambacorti, con gli artisti Enrico Vezzi, Paolo Parisi, Fabio Cresci. Nel 2018 viene considerato lo spazio virtuale del sito web aplacetobe.art con un progetto specifico di Francesco Ozzola. 


WALKABOUT #01 / FOREIGNNESS

Incantamento

Fabbrica del Cioccolato, Blenio, Svizzera

aprile-maggio 2018

Da un pensiero di Ermanno Cristini, Al Fadhil, Franco Marinotti, Luca Scarabelli

 

Simona Barbera, Sergio Breviario, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Carlo Dell’Acqua, Hannes Egger, Elena El Asmar, Ronny Faber Dahl, Gabriela Hess, Michele Lombardelli, M+M, Angelo Mosca, Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi, Javier Peñafiel, Luca Scarabelli, Ivana Spinelli, Giovanni Termini, Enzo Umbaca, Alejandro Vidal

Simona Barbera, Ronny Faber Dahl: testimoni


Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io

fossimo presi per incantamento

(Dante Alighieri, Liriche)

 

Questa avventura nasce dall’incontro di due progetti, Walkabout e Foreignness con un luogo, la Fabbrica del Cioccolato e la Valle di Blenio, due progetti autonomi ma accomunati dall’interesse per la traduzione e il territorio.

 

Oggi il destino dell’opera d’arte è caratterizzato da un inevitabile “rotolamento” attraverso i media e i formati, dando luogo a un processo di continua codifica e transcodifica, o meglio di traduzione. Anche il territorio con la sua storia è soggetto a percorsi di trasformazione culturale, oltre che funzionale-economica, i quali mutandone progressivamente l’identità innescano una successione di atti di traduzione.

Ma ogni traduzione è un’interpretazione, e lo è nel momento in cui fallisce come semplice atto di transcodifica nutrendosi del “malinteso”, in quanto condizione di elezione della traduzione a testimonianza.

 

Agire le testimonianze è il timone del nostro avventurarsi in questo luogo, la Fabbrica del Cioccolato e la sua valle, un luogo che induce all’incanto. Ad esercitare il rapimento sono il suo sovradimensionamento, la sua storia di transizione lungo usi diversi — da centrale idroelettrica a fabbrica di birra a fabbrica del cioccolato a centro per l’arte contemporanea — e il suo essere in mezzo alle montagne, come un corpo che appare in forma di improvvisa deviazione, imponendosi allo stupore dello sguardo.

Le opere, attraverso l’intreccio dei linguaggi, vogliono richiamarsi per suggestione, pungere e condizionare il sentimento, ovvero mettere in errore, l’errore che decentra in profondità alterando le certezze consolatorie dell’abitudine.

Si tratta di un rapporto con lo spazio e con il territorio, oltre che tra i linguaggi e gli artisti; il suo fine è aprirsi alla vertigine del limite e delle trasformazioni; una vertigine pronta per essere accolta dagli occhi di un testimone a fondare la tappa successiva.

 

 

Parole chiave per l’imbarco:

 

TESTIMONIANZA / TRADUZIONE / TERRITORIO / FRONTIERA / DIVERSITÀ / INTEGRAZIONE / ESTRANEITÀ / CONTRASTI / TRANSIZIONE / PASSAGGIO / SCARTO / ESASPERAZIONE / INCANTAMENTO


WALKABOUT #01 / FOREIGNNESS Enchantment

April-May 2018

From an idea of Ermanno Cristini, Al Fadhil, Franco Marinotti, Luca Scarabelli

 

This adventure comes from the encounter between two projects, Walkabout and Foreignness, and a place, Fabbrica del Cioccolato and the Blenio valley, two autonomous projects that share an interest in translation and in the territory.

Today an artwork’s destiny is to inevitably “roll” through different media and formats, giving rise to a continuous process of codification and transcodification, or rather of translation. Even the territory with its history is subject to cultural as well as functional-economic transformation phenomena, which by gradually changing its identity trigger a sequence of acts of translation.

Yet every translation is an interpretation, and it becomes so when it fails as a mere act of transcodification resulting from “misunderstanding”, as a condition in which translation is regarded as a testimony.

Using testimonies is guidance to our wandering in this place, the Fabbrica del Cioccolato and its valley, a place leading to enchantment. The source of this rapture is its oversizing, its history of transition across different functions — from hydroelectric station to beer factory to chocolate factory to contemporary art centre — and its being in the middle of the mountains, like a body appearing as a sudden deviation, imposing itself on amazed eyes.

Through the weaving of languages the artworks recall each other by suggestion, they sting and influence the side of feelings making it wrong, a deeply destabilising mistake that alters the consolatory certainties of routine.

It is a relationship with the space and the territory as well as between artists and languages; its purpose is to open itself to the derangement of limit and transformation; a derangement ready to be received by the eyes of a witness to set the following stage.

 

Keywords for the boarding:

TESTIMONY / TRANSLATION / TERRITORY / FRONTIER / DIVERSITY / INTEGRATION / FOREIGNNESS / CONTRASTS / TRANSITION / PASSAGE / GAP / EXASPERATION / ENCHANTMENT

 

Guest artists:

Simona Barbera, Sergio Breviario, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Carlo Dell’Acqua, Hannes Egger, Elena El Asmar, Ronny Faber Dahl, Michele Lombardelli, M+M, Angelo Mosca, Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi, Javier Peñafiel, Luca Scarabelli, Ivana Spinelli, Giovanni Termini, Enzo Umbaca, Alejandro Vidal, Gabriela Hess